- Roberto Arsuffi
- Milano - Porta Venezia ma anche il resto del mondo, Italy
- Cerco di parlare un po' d'Architettura, d'Urbanistica, Arte, Lifestyle, Musica e altro anche se non ne ho le qualità
martedì 22 luglio 2008
Milano - Piazza Duomo piano antidegrado
Ma che bella notizia. Spero vivamente che funzioni e sia solo l'inizio.
Dovrebbero anche cambiare alcuni negozi a mio avviso, se ci fossero più bar, ma belli e non catene come Autogril, e aperti fino a tardi sarebbe ancora più bello.
Via edicole e bancarelle, al loro posto chioschi in stile «vecchia Milano». Nuova pavimentazione. Fioriere fino al Carrobbio
MILANO - Il suk tornerà ad essere una piazza occidentale. Lo vuole il sindaco Letizia Moratti: piazza Duomo deve rinascere. Il piano è pronto, resta da realizzarlo. Impresa — va detto — non facilissima, visto che sulla piazza della cattedrale si concentrano interessi (e resistenze) fortissimi. Cambierà tutto o quasi, almeno nel piano custodito nei cassetti degli uffici comunali. Ieri un incontro tra il sindaco e l'assessore Maurizio Cadeo è servito a dare l'input: il piano della qualità urbana — si chiama così — deve andare avanti in fretta e prendere forma prima possibile.
«La città lo aspetta e noi lo avevamo promesso. Lo voglio licenziare a settembre », giura Cadeo. Cinque le novità. Nuove postazioni per edicole e «baracchini», lotta agli abusivi, pavimentazione in granito nelle via circostanti, fiori, panchine. Con ordine. Il restyling partirà dalle cinque edicole che oggi incorniciano la piazza. I chioschi saranno ricollocati fuori dai portici, ai margini del sagrato, ospitati in nuove strutture in stile vecchia Milano. Niente più bandiere calcistiche che sventolano all'ingresso della Galleria, stop a gadget e souvenir straripanti dai chioschi. La mercanzia rimarrà in mostra, ma sobriamente.
Stesso discorso per le rivendite dei biglietti della lotteria. E per i «duomini », i chioschetti ambulanti che d'inverno vendono caldarroste e d'estate si riciclano in venditori di bibite e gelati. Valorizzare e riordinare: queste le parole d'ordine. Tra la zona del sagrato e quella dei portici finiranno anche le nuove panchine (l'assessore le vorrebbe in pietra). L'obiettivo in questo caso è quello di, se non eliminare, offrire una valida alternativa al bivacco sugli scalini della cattedrale. Come in ogni restyling che si rispetti non manca l'elemento floreale. Sui pali della luce, da piazza del Duomo al Carrobbio, lungo tutta via Torino, sarà un fiorire di fioriere.
Il pollice verde, in questo caso, lo metteranno i commercianti della via, sponsor dell'operazione. Piazza Duomo e dintorni. Via Foscolo, via Pellico, via Santa Radegonda: in arrivo anche qui i masselli di granito, pavimentazione «nobile» da salotto cittadino. «Stiamo lavorando a stretto contatto con la Sovrintendenza e con la Veneranda Fabbrica», spiega Flora Vallone, direttore del settore Arredo del Comune. Cambia il contenitore cambia ma non i contenuti, assicurano da Palazzo Marino.
Sono lontani i tempi delle crociate di Sgarbi contro i concerti sotto la Madonnina. Anzi: il vicesindaco Riccardo De Corato rivendica oggi con orgoglio il successo, tanto per fare un esempio, della performance di Roberto Bolle, proprio sul sagrato alto. Un suk, aveva detto Giorgio Armani. Le bancarelle, gli abusivi, le edicole-bazar. I primi a pagare il «repulisti» deciso dal Comune sono stati i «madonnari ». Da gennaio in piazza del Duomo non ci possono più stare. O almeno non tutti. Il Comune ha preteso che si sparpagliassero tra San Babila e il Castello. Risultato: quelli che hanno traslocato non guadagnano più. E protestano. Anche per loro piazza del Duomo è il centro di tutto.
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7 commenti:
Era ora, concordo con te, oraa è uno schifo, non commento la sera, dove c'è il deserto. Un turista è meglio che non s'avventuri in piazza duomo alla sera, perché il paesaggio è desolante, pochissima gente.
Nalk
Ma anche il comune dovrebbe smettere con palchi, gazzebi e quant'altro che fa solo disordine.
In effetti (da torinese trapiantato per un po' a Milano, fino a qualche mese fa), ho notato che la sera, almeno in settimana, Milano è un mortorio deprimente deprimente. Del tipo che al cinema al secondo spettacolo mi sono ritrovato più volte ad essere l'unico spettatore in sala (per la gioia della bigliettaia). In Piazza Duomo, via Torino, corso Vittorio, dopo le 22 senti l'eco dei tuoi passi e ti viene un po' l'ansia. D'estate la situazione migliora, ma in effetti bisognerebbe ravvivarla un po'. Anche solo con qualche gelateria, non so voi ma io faccio sempre una fatica a trovarne!!! Basterebbe poco, le cose belle da vedere ci sono, la gente disposta a passeggiare anche. :o)
Una volta corso Vittorio Emanuele era pieno di cinema, una specie di Broadway, uno ad uno son stati chiusi. In centro in pratica ci sono prevalentemente negozi e uffici, quindi la sera è vuoto. I milanesi se ne vanno in altre zone, Brera, Navigli, Porta Venezia, Porta Romana o Via Marghera evitando lo scomodo e vuoto centro.
L'importante è cominciare, ma la città del design è messa malissimo ad arredo urbano, direi caos urbano.
Chris
mmm
un dubbio...
ma se la zona occidentale della piazza, è così "vuota", e la piazza troppo lunga (il progetto la prevedeva più corta, etc.... ) e molti dicono che "accorciarla sarebbe positivo, per la visibilità della facciata (pensata per una piazza più piccola) e dei palazzi (progetti per una piazza "corta")
ma non ci si decide "a costruire", nonostante le mille proposte, un edificio, la dove ora ci sono solo delle aiuole "spartitraffico", perché non pensare di sistemare quel punto della piazza, per ospitare un "palco" decente, temporanea, ma non troppo (del tipo lo si tiene lì tutta la bella stagione, e ci si organizzano eventi.
ma fatto "bene", che non sfiguri nelle foto, etc... non una cosa da "cinema all'aperto nel cortile del palazzo comunale di provincia"
ok, forse mi sono spiegato malissimo.
Ti sei spiegato... più o meno... LOL.
Comunque, rimpicciolirla sarebbe troppo, avevano progettato una scalinata con terrazza e loggia altezza primo o secondo piano dei palazzi, negli anni 80, un po' post moderna, ma poi nn se ne fece nulla.
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