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Milano - Porta Venezia ma anche il resto del mondo, Italy
Cerco di parlare un po' d'Architettura, d'Urbanistica, Arte, Lifestyle, Musica e altro anche se non ne ho le qualità

lunedì 29 marzo 2010

Milano - Parco del Portello










Ieri sono andato al Portello, il FAI ha aperto in via straordinaria il nuovo parchetto del Portello, in attesa venga completato e quindi aperto al pubblico.
Sono rimasto colpito dalla bellezza di quel luogo, le piante in fiore, le colline e lo stagno all'interno del "vulcano" mi sono piaciuti tantissimo. Quelle piante e quell'ambiente selvaggio, ma guidato e disegnato dall'uomo mi ha affascinato tantissimo. Bello, bello, bello.

Il progetto è di Andreas Kipar, Charles Jencks.

mercoledì 24 marzo 2010

«La Milano che vorrei» in corso Vittorio Emanuele




Ringrazio ELETRIX per aver scelto i miei disegni nel creare quest'immagine per il concorso di Zooppa.com e il Corriere della Sera. Complimenti Giuseppe. :D

Ora si trovano in corso Vittorio Emanuele esposti fino al 10 aprile.










«La Milano che vorrei». Mostra fotografica all’aperto lungo Corso Vittorio Emanuele. Dal 22 marzo al 10 aprile.

mercoledì 10 marzo 2010

Milano - Il palazzo Feltrinelli









L'archistar Herzog firma la nuova Feltrinelli a Porta Volta

Nel 2013 Milano avrà un piccolo Beaubourg a Porta Volta firmato dall'archistar Jacques Herzog. E' quanto prevede il progetto dell'architetto svizzero, lo stesso dello stadio-nido di Pechino, per la finanziaria Finaval del Gruppo Feltrinelli. Il nuovo complesso, costituito da due diversi edifici gemelli che abbracciano la vecchia porta, ospiterà, fra l'altro, la sede, la biblioteca e gli archivi della Fondazione Feltrinelli, uffici e negozi dell'omonima casa editrice e uffici del Comune di Milano. L'area complessiva, che si snoda tra viale Crispi e viale Pasubio, si estende su 17mila 268 metri quadrati. Il programma integrato di intervento dovrebbe essere approvato dalla giunta comunale entro un mese e mezzo per il via libera ai lavori. Erzog ha detto di essersi ispirato alle linee architettoniche lombarde, tanto amate anche dal suo maestro ispiratore Aldo Rossi, e di averle rivisitate in chiave attuale.
Da La Repubblica

Onestamente speravo in qualcosa di più estroso o non so, forse meno impattante, dove ci fosse più spazio pubblico. Io quegli spazi me li son sempre immaginati a parchetto, dove, se possibile (una traccia delle mura c'è) riportare alla luce le mura 500tesche.

martedì 9 marzo 2010

Milano - I Navigli e il degrado





Oggi titolone sul Corriere della Sera

Navigli, 80 chilometri di degrado
«Così Milano tradisce la sua storia»


Speriamo che in comune se ne accorgano, possibile? Quanti post dovrò dedicare a questo schifo della Darsena e dei navigli?


lunedì 8 marzo 2010

Milano - Secondo Forattini



L’INTERVISTA Forattini: «restituire a Milano il verde e l'aria pulita» L'artista: «Sto con Piano. Più alberi e strade in galleria». «Progettiamo una città vivibile, con meno traffico» «Io metterei gli alberi in tutto corso Buenos Aires. Mi chieda perché». Perché? «Non solo perché rendono piacevole e più vivibile la strada. C’è anche la questione ossigeno, che è importante: le piante abbattono e molto l’inquinamento. Il traffico, in corso Buenos Aires, è terribile». Lo sa, Forattini, che in molti sostengono la necessità di una rivoluzione verde e rapida a Milano: da Claudio Abbado a Renzo Piano, a Guido Rossi... «È una cosa positiva. Il verde e la cultura — penso al teatro Puccini restaurato e appena inaugurato — riscattano questa Milano abbastanza incolta, e non romantica. Gli alberi, poi, sono una vecchia questione, se vuole ne parliamo». Giorgio Forattini è nella sua casa di via Spallanzani, in zona Baires. Il tempo d’un caffè, preparato dalla moglie Ilaria, e poi eccolo, un romano molto milanese, 79 anni a giorni, vignettista caustico, matita graffiante: «Io ricordo corso Buenos Aires con gli alberi, da bambino. Era una strada splendida». È cambiata parecchio, o no? «Tutta la città è cambiata, purtroppo. Io facevo parte della Commissione comunale ai Monumenti con Romano, Pomodoro, Cascella... Lo dicevo allora e lo ripeto: bisogna tornare alla Milano dell’infanzia, alla bellissima città liberty sconciata dai bombardamenti del 1943». Milano s’è risollevata, ha avuto il suo boom, è stata ricostruita... «Non com’era. Sono stati fatti questi palazzoni orrendi, soprattutto per speculazioni edilizie. E molti giardini sono stati cementificati». Ripensare Milano partendo dai suoi giardini, una suggestione romantica? «Gli alberi possono e devono essere piantati. È una battaglia che sposo, sto dalla parte dell’amico Renzo Piano». Il Comune ha trovato l’accordo sui 90mila alberi di Piano e Abbado, ma in piazza Oberdan ne metterà solo cinque, e nessuno sul corso: si dice che i negozianti abbiano protestato, le fronde oscurerebbero le vetrine. Che ne pensa? «Che non bisogna guardare al proprio interesse personale. Sugli alberi di Piano, ad esempio, s’è detto di tutto. La prima cosa, ridicola, è che dove passa il metrò non c’è spazio per le radici: è falso. Ora saltano fuori i sottoservizi, cavi e tubi, e poi i commercianti... Sono scuse». Solo scuse, dice. «Corso Buenos Aires deve rinascere come vero ingresso alla città». Parla il vignettista o l’urbanista? «Entrambi. Io non vorrei i lecci, alberi sempreverdi, ma i frassini: le foglie si fan gialle d’autunno, lasciano filtrare la luce, e il fiorire delle stagioni è bellissimo. Avevo anche preparato un progetto...». Che progetto, Forattini? «Una grandissima aiuola in Porta Venezia. Presentai il disegno all’ex sindaco Albertini, che mi rispose: "I soldi ce li hai tu?" (ride, ndr). Viale Majno, per dire, potrebbe essere interrato e l’area pedonale riunita ai giardini pubblici...». Le piace l’idea dei filari d’alberi da piazza Duomo al Castello Sforzesco? «Non sono molto convinto. Ma è sempre meglio averli, gli alberi, che desiderarli e averne nostalgia. Le piante sfasciate per fare i parcheggi sotterranei, quello è uno scempio: costruite pure cinque piani sotto, ma lasciate gli alberi sopra!». Le piace ancora Milano? «Non per come è stata ridotta. Certo, ci vivo, e ogni tanto vedo scorci incantevoli, strade bellissime, che hanno conservato lo spirito della città d’un tempo. Ma anche piazze distrutte, rovinate, circondate e inglobate dal traffico...». Troppe auto, troppo smog? «Faccio una richiesta semplice: le piste ciclabili. Perché a Parigi e a Roma le hanno fatte? Perché non ci devono essere piste ciclabili in una città che è tutta in pianura? È assurdo, o no?». Armando Stella Corriere della Sera Sono pienamente d'accordo. Ovunque sia possibile mettere un filare di alberi lo farei...

giovedì 4 marzo 2010

Milano - Corso Buenos Aires restyling





A marzo 2010 dovrebbero iniziare il restyling di Buenos Aires:
• 400 nuovi lampioni (già istallati, non male anche se preferisco i lampioni)
• allargamento dei marciapiedi (era ora)
• oasi pedonali ai lati (che sono?)
• alberi (veramente?)
• corsie per le bici (dai?)
• pavimento in beola (come in piazza Duomo)
Un anno di lavori e 2 milioni di euro.


Forse ci siamo, l'annuncio effettivamente lo diedero l'anno scorso. Ora attendo che inizino, ancora non ho visto disegni o rendering...

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