La mia foto
Milano - Porta Venezia ma anche il resto del mondo, Italy
Cerco di parlare un po' d'Architettura, d'Urbanistica, Arte, Lifestyle, Musica e altro anche se non ne ho le qualità

martedì 25 novembre 2008

Milano - Porta Nuova lifestyle



Foto Genius Loci


Ultimi aggiornamenti al cantiere di Porta Nuova.


Mentre qui di seguito posto le immagini trovate da Skaccomatto in rete riguardanti il progetto.
Si tratta delle Residenze e negozi del tratto che unirà il Podio di Garibaldi e la Torre di Cesar Pelli con Corso Como.
é una strada leggermente in salita perché si unirà al podio tramite un ponte sotto al quale passeranno i tram 29/30.
La strada sarà fiancheggiata da negozi e bar. Mi piace molto, servirà anche ad unire lo shiopping dell'area di Corso Como con la nuova piazza posta sul podio.
L'edificio è dello studio Munoz+Albin










Mentre lo studio Gehl Architects si è occupato per gli allestimenti del percorso che collegherà tutto il complesso Porta Nuova. Da via Gallileo Gallilei a Corso Como, una via pedonale che attraverserà l'area attrezzandola con sculture, giardinetti, panchine e altro landscaping per armonizzare il tutto.



giovedì 20 novembre 2008

San Francisco -California Academy of Sciences










Foto Fdo h


La California Academy of Sciences (Accademia delle Scienze della California) è un istituto di ricerca ed uno fra i dieci maggiori musei di storia naturale del mondo ed uno dei più antichi degli Stati Uniti d'America. È arrivato a contare fino a undici edifici interni.
E' stata riaperta al pubblico dopo un periodo di chiusura per restauri il 27 settembre 2008.
Il progetto di ammodernamento dell'impianto - situato nel Golden Gate Park - è stato firmato dall'architetto italiano Renzo Piano.
L'Accademia - che comprende un acquario Steinhard e un planetario Morrison - fu costituita come società culturale con lo scopo di sostenere programmi di ricerca scientifica e organizzare esposizioni pubbliche nonché attività pedagogiche.
Visitata annualmente da circa cinquecentomila persone, la struttura presenta esposizioni essenzialmente sulla storia naturale: vi sono rappresentate le le più svariate specie presenti al mondo. Una specifica galleria intitolata Life through Time (Viaggio attraverso il tempo) è dedicata all'evoluzione della paleontologia.
La biologia marina è particolarmente rappresentata con uno storico acquario che contiene pesci di ogni parte del mondo.
L'astronomia può godere dell'utilizzo di un planetario mentre la geologia conta sulla presenza di gemme e minerali provenienti da ogni dove.
Una specifica sezione è dedicata ai fenomeni sismici (tema che riguarda da vicino la California, vittima più volte di terremoti, e sia San Francisco in generale che le strutture dell'Accademia in particolare sono rimaste danneggiate da scosse telluriche, ultima delle quali quella del 1989). Un simulatore è in grado di riprodurre gli effetti del terremoto che colpì il 17 gennaio 1995 la città di Kōbe, in Giappone.

Onestamente i lavori di Renzo Piano non mi entusiasmano particolarmente, sanno sempre di precario, troppi tubi e troppe pagode, come se a breve dovessero venire smontate, preferisco edifici che mi rassicurino, che possano durare nel tempo come le piramidi. :-D
Comunque mi piace, il tetto a verde con gli oblò lo trovo molto accattivante, ricorda molto il Paul Klee Zentrum di Berna, come del resto altri elementi che si possono vedere spesso negli edifici di Piano.

martedì 18 novembre 2008

Milano - Visioni Future: CityLife 2




Foto di ganz o
Ieri cercando foto della torre Velasca, mi sono imbattuto in questo splendido scatto fatto dalla torre, non ho resistito. :D

lunedì 17 novembre 2008

Milano - Torre Velasca







Per alcuni la torre Velasca è un orribile edificio. Per me è invece un capolavoro dell'architettura moderna.
Anzitutto unica nel suo genere, collocata nel centro storico, a due passi dal Duomo, Se ne sta discreta al suo fianco dal 1958/9 coi suoi 106 metri d'altezza. Pare li da secoli, perché a mio giudizio è stata integrata perfettamente, domina la chiesa di San Nazaro e dialoga con essa senza nasconderla o opprimerla, così come i bellissimi cortili rinascimentali dell'università Statale.
E' un bellissimo soggetto da fotografare, da ogni lato, e credo che quando un qualcosa è un bel elemento da attirare fotografi dilettanti e professionali vuol dire che ha la sua notevole importanza.

Milano - Bikesharing





A breve dovrebbe partire il Bike Sharing a Milano.

BikeMi è il nuovo servizio di Bike Sharing della città di Milano, facile, pratico ed ecologico. Nato per favorire la mobilità dei cittadini, BikeMi non è un semplice servizio di noleggio bici, ma un vero e proprio sistema di trasporto pubblico da utilizzare per i brevi spostamenti (al massimo 2 ore) insieme ai tradizionali mezzi di trasporto ATM.

Questo è solo l’inizio di un grande progetto, che vedrà il progressivo aumento delle postazioni BikeMi, posizionate in prossimità dei principali punti strategici di Milano: dalle stazioni ferroviarie alle università, dagli ospedali ai luoghi di interesse turistico, dalle fermate della metropolitana ai centri amministrativi, commerciali e ai parcheggi. Chi si abbona deve solo pensare a prendere la bici, arrivare a destinazione e restituirla nella stazione più vicina.

BikeMi è la risposta più adeguata ad una città che chiede meno traffico, meno code, meno inquinamento. Ma non è tutto, con il Bike Sharing puoi unire l’utile al dilettevole: BikeMi ti permette infatti di fare movimento sfruttando i brevi spostamenti e ti aiuta a mantenerti in forma e a combattere lo stress.

Speriamo funzioni, io ho grandi dubbi, perché già qualche anno fa il comune di Milano fece una specie di Bikesharing e finì con biciclette abbandonate ovunque, rubate e rotte.
Siamo in Italia, la patria degli arraffoni e dei poco civili.
L'idea non è male, certo avrebbero potuto sistemare le stazioni di parcheggio in luoghi migliori, non davanti a chiese (San Giorgio al Palazzo per dirne una) o monumenti.

venerdì 14 novembre 2008

Toronto - Royal Ontario Museum






Nel Giugno del 2007 è stata inaugurata la nuova ala del Royal Ontario Museum, uno dei più importanti musei del Canada e al mondo.
La nuova estensione del museo è stata progettata da Daniel Libeskind ed inaugurata nel 2007.
Il nuovo edificio si fonde letteralmente col precedente edificio del 1912 in stile classico.
Lo trovo eccezionale, molto dinamico e irruente, un contrasto bellissimo tra due stili architettonici completamente all'opposto.



Milano - Visioni Future: CityLife

giovedì 13 novembre 2008

Milano - Torre Delle Arti, si parte!




Dal Sito del Comune:
Architettura e arte si incontrano
La 'Torre delle Arti' sorgerà nel quartiere intorno a via Principe Eugenio e per la sua realizzazione parteciperanno designer e artisti di fama mondiale. L'edificio principale sarà alto 96 metri e ospiterà 200 appartamenti diversi tra loro


Milano, 12 novembre 2008 – Arte e architettura trovano il loro equilibrio nella Torre delle Arti, un edifico ‘scultura’ che che sorgerà nell’area dell’ex Montedison e restituirà al quartiere intorno a via Principe Eugenio la tranquillità delle zone periferiche milanesi, aggiungendo un elemento architettonico di grande pregio.
L’assessore allo Sviluppo del territorio Carlo Masseroli è intervenuto oggi alla posa della prima pietra. Secondo i progettisti, il nuovo complesso dialogherà con la città grazie a similitudini e forti legami con l’architettura tradizionale milanese: le variazioni in altezza della Torre Velasca, la modernità del palazzo Pirelli, i rivestimenti in pietra, le scanalature in ceramica smaltata, i giardini pensili di alcune case di Milano.

“Condensatori di nuove realtà urbane – ha detto Masseroli – le torri, per la loro presenza prorompente, sono sempre state molto discusse e costituiscono un eccellente punto di partenza per il dibattito sulle trasformazioni urbane. Lo sviluppo di Milano oggi poggia su una certezza: crescere in altezza non fa paura. Milano più verde, Milano più bella, Milano più internazionale: non solo per l’autorevole presenza di grandi architetti, ma specialmente perché la nostra città torna ad essere guardata come modello dalle grandi capitali del mondo”.

Alla realizzazione della Torre delle Arti collaboreranno designer e artisti di fama internazionale che faranno dialogare cultura e architettura, con un programma di interventi che resteranno di proprietà del condominio.
Si potranno, per esempio, ammirare le sculture di Giuliano Vangi, Arnaldo Pomodoro e Mario Ceroli, le istallazioni di Nicola De Maria e le opere dei pittori della scuola di Giovanni Testori, come Giovanni Frangi.
Chi abiterà nella Torre diventerà protagonista di un’esperienza unica: condividere con l’arte il valore della casa che si abita.
Il progetto prevede anche spazi aperti ai cittadini, luoghi che diventeranno occasione per immergersi nell’arte e nella cultura, come ad esempio ‘la piazza della poesia’, che occuperà l’area attorno alla Torre e che sarà caratterizzata da pavimenti incisi con brani di famosi poeti e letterati di tutti i tempi.
È prevista l’edificazione di un insieme armonico composto da due edifici: un volume più basso di circa 40 metri, che si allinea agli edifici circostanti lungo via Principe Eugenio, e un edificio a torre, che raggiunge i 96 metri di altezza, per ospitare in tutto oltre 200 appartamenti, uno diverso dall’altro. Al piano terra troveranno posto la hall di accesso alle residenze e servizi commerciali.


Questo progetto mi piace molto, la trovo unica e dinamica, protettiva (il materiale dovrebbe essere pietra, una specie di involucro che la ricopre e la protegge) ed importante, sicuramente diventerà uno dei nuovi simboli della città.
Le demolizioni sono terminate e gli scavi sono iniziati...

mercoledì 12 novembre 2008

Milano - Parcheggio di Via Benedetto Marcello





Era da un casino di tempo che mi chiedevo com'è possibile che il parcheggio di via B.Marcello nonostante fosse terminato come struttura sotterranea la parte in superficie è in stato pietoso da una vita.

Dal Corsera:
Mille giorni per costruire i giardini sui box
Compleanno amaro per il giardino dell'«Orso Marcello», che doveva nascere sopra i box

Sette anni per realizzare i box interrati, altri mille giorni aspettando il via libera (arrivato tre giorni fa) alla riqualificazione dell'area di via Benedetto Marcello, una volta chiuso il cantiere. I tempi notoriamente lunghi della burocrazia sono diventati biblici. Non solo a causa del vincolo monumentale che c'è sull'area. Ma anche per le esigenze contrapposte di cittadini-ambulanti per il suo utilizzo.
Compleanno amaro per il giardino dell'«Orso Marcello», che doveva nascere sopra i box. Mille giorni in attesa che i lavori di copertura cominciassero sono tanti per cittadini che, all'atto di acquisto dei posti auto, avevano versato 1 milione e mezzo di euro per la riqualificazione dell'area. Ma il progetto è diventato oggetto di uno scontro che non sembra destinato a risolversi neppure con l'accordo siglato venerdì.
L'assessore ai Lavori pubblici, Bruno Simini, chiarisce: «Il parere positivo della Sovrintendenza finalmente sblocca i lavori sopra il parcheggio. Il primo lotto di lavori parte a gennaio». Ma le bancarelle del mercato del sabato restano. Tutte. Ed è forse questo a riaccendere gli animi in zona. «Il Comune sembra stia affannosamente cercando di fare un progetto che soddisfi praticamente solo i desideri degli ambulanti, con buona pace della legge e delle promesse fatte ai cittadini», scrive il comitato in un volantino che invita i residenti ad un'assemblea per martedì sera al Gonzaga.
Paola D'Amico


Grazie anche a hard_won_wisdom

Milano - Brera Nuovi orizzonti




Finalmente qualcosa si muove.
La gara per il progetto della Grande Brera è già stata indetta e nel 2010 inizieranno i lavori, che termineranno nel 2015. Lo ha annunciato il ministro per i Beni e le attività culturali, Sandro Bondi, durante una conferenza stampa a Milano per la presentazione dei nuovi acquisti della pinacoteca e della nuova sede del suo dicastero a Palazzo Litta. Per far partire tutte le operazioni relative al progetto occorre solo un'ultima firma, quella del sindaco Moratti, al momento fuori Milano. Ma si tratta solo di un ultimo atto formale che sarà espletato al massimo tra un paio di settimane. «La cosa certa è che tra dieci giorni - ha precisato Bondi - firmeremo un accordo tra il ministero dei Beni culturali e il Comune di Milano su molte questioni, tra cui la Grande Brera».
Mentre gli studenti verranno trasferiti in via Mascheroni
I tempi non saranno brevissimi, ma il fatto che l'accademia abbia lasciato gli spazi è già un passo avanti. Andrà ad occupare la caserma di via Mascheroni (zona Conciliazione). Il ministero della Difesa è d'accordo e adesso dovrà individuare nuovi spazi per il distretto. «Il trasferimento richiederà tutto il 2009 - ha spiegato Gino Famiglietti, direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Lombardia -, i lavori per la Grande Brera partiranno nel 2010 e il termine di riferimento per la fine dei lavori è il 2015. Certo i tempi non sono brevi ma è già un successo aver concluso l'accordo» che sarà perfezionato dalla firma del sindaco la prossima settimana.

Dal Corsera

martedì 11 novembre 2008

Milano - Futuro e Torri Intervista a Masseroli


Area a NordOvest di Milano in forte sconvolgimento urbanistico.

Intervista a Carlo Maria Giorgio Masseroli per il Giornale.

"La Milano del futuro? Avrà venti grattacieli"

In piedi, davanti a un’enorme pianta aerea di Milano, indica, gesticola, percorre vie, piazze e quartieri. Ma, soprattutto, si infervora, si infiamma, si appassiona, si inorgoglisce. Non capita tutti i giorni di vedere un giovane assessore del Comune di Milano così entusiasta del «suo» programma, non capita tutti i giorni di sentire, da parte di un esponente del Comune di Milano, un programma di così vasta portata. Carlo Maria Giorgio Masseroli, quarantunenne assessore allo Sviluppo del territorio, laureato in Ingegneria gestionale al Politecnico, sposato, padre di quattro figli, ci spiega come e perché lui e la giunta vogliono trasformare la città. «Stiamo lavorando sul progetto “Milano 2030” e al “piano del governo del territorio”. L’ultima volta che si pensò a Milano nel suo insieme era il 1954, quando fu fatto il Piano regolatore che usiamo ancora oggi. Nel 1980 ci fu una variante generale a questo piano, poi più niente. Il che vuol dire 54 anni fa e quasi 30 anni fa. Perciò dico che questo è, per Milano, un momento storico».
In concreto che cosa volete fare?
«Di che cosa ha bisogno Milano? Di infrastrutture e stiamo ragionando sulle metropolitane e sulle strade. Vogliamo trasformare una città che finora ha avuto una forma radiale, cioè un centro e un irraggiamento verso l’esterno, in una città reticolare, cioè una città in cui non c’è solo il centro infrastrutturato ma ci sono diversi ambiti che diventano, a loro volta, epicentro di sviluppo tutto intorno. Come è successo con la nuova Fiera, al cui fianco sorgerà il padiglione dell’Expo».
Sulla mappa che prende tutta la parete alle spalle della scrivania, l’indice di Masseroli vola dalla nuova Fiera all’area attorno a via Stephenson. «Guardi qui, dove ci sono le cinque torri di Ligresti che sono da ristrutturare. Quest’area, vista dalla Milano-Varese è un orrore, bene, qui può nascere la Défense milanese, qui si possono fare 20 grattacieli che non disturbano niente e nessuno, sono 600mila metri quadrati con difficoltà di collegamento che quindi non vengono utilizzati».

Assessore, allora non ha tutti i torti chi la accusa di voler cementificare Milano.
«Nessuna cementificazione. Infrastrutturazione non significa soltanto metrò e strade. Ma anche servizi. Ho girato i quartieri di Milano uno a uno, ho incontrato associazioni, consigli di zona, cittadini. E ho visto una grande presenza di associazionismo, terzo settore, volontariato che oggi non ha lo spazio fisico per fornire i servizi ai cittadini. Dobbiamo dare spazio a questi interlocutori che sono molto più bravi e hanno costi nettamente inferiori al Comune. Ma quando parlo di servizi intendo anche la casa in affitto, oggi non ce ne sono a prezzi accessibili. Così i cittadini, le famiglie, le giovani coppie, gli studenti, i lavoratori vanno tutti ad abitare fuori Milano. Generando un meccanismo di pendolarismo automobilistico, con grandi danni all’ambiente». Incrociamo lo sguardo con l’assessore. Non deve sfuggirgli l’espressione forse un po’ scettica di chi nella vita ne ha sentite tante. E si infervora ancora di più. «Guardi che questo è un tema fondamentale per il 2030».

È un bel progetto, ma in che modo obbligherà i costruttori ad affittare a prezzi controllati piuttosto che a vendere al prezzo che vogliono?
«Ci arriviamo, ma prima mi lasci spiegare tutto il progetto. Terzo tema fondamentale per il 2030 è l’ambiente. E non parlo di ambiente in modo astratto o di giardinetti, ma di progettualità sull’ambiente. Se io dico infrastrutture e densificazione dico densificazione dove ci sono le infrastrutture. Non deve più capitare un’università Bicocca senza metrò o un Porto di Mare con una fermata del metrò che esce nel degrado, nel nulla - indica Porto di Mare sulla carta -. Qui non c'è niente, non c’è parco, non c’è verde. Però c’è il metrò. Dunque densificazione dove c’è infrastrutturazione e progettualità del sistema ambientale. In concreto? Il Parco Sud è un ambito degradato, non utilizzato, pieno di abusivi. Ho chiamato gli agricoltori del Parco Sud e ho detto loro: “Facciamo un progetto di parco agricolo produttivo che funzioni davvero”. Vogliamo che Milano diventi l’unica città al mondo fortemente urbanizzata con un sistema agricolo che funzioni. E c’è il progetto per la sistemazione del bacino del Lambro, con l’Ecomostro che può essere trasformato in albergo. E poi ci sono i raggi verdi».

Non vorrei sembrarle prosaico, ma i soldi chi ce li mette?
«Aspetti. Per fare tutto questo, soldi a parte, occorrono alcuni elementi. Il piano su cui stiamo lavorando è fortemente flessibile, non vince il vincolo ma la performance dei progetti. Un progetto mi interessa se funziona non se rispetta certi vincoli che hanno portato a una città più brutta e meno ordinata. Quindi un piano flessibile, liberista, sussidiario, trasparente. Tutto questo sta in piedi solo se c’è una forte regia pubblica. Prendiamo il discorso sulle case in affitto, il tema più serio. Oggi le aree hanno un indice edificatorio dello 0,65%, cioè su un’area di 10mila metri quadri si possono costruire case per 6.500 mq. Il prezzo medio di un’abitazione è di 2500 euro al mq, appetibile perché più basso del prezzo di mercato, ma non raggiungibile dalla gente normale».

Che infatti rinuncia e se ne va...
«Senza case in affitto Milano perde cittadini, diventa vecchia. Milano è abitata da un milione e 300mila persone, ma è usata da due milioni e 200mila persone. Un milione di persone tutti i santi giorni viene a lavorare da fuori, è andata ad abitare in provincia perché qui non trova casa. Nel 2030 Milano potrà essere abitata da due milioni di persone, riportando in città chi qui lavora ma abita fuori. E abiteranno dove ci sono infrastrutture che gli consentano di non prendere l’auto. Per farlo basta alzare l’indice edificatorio a 1,5... Non esageriamo, diciamo a 1 senza aumentare il costo dell’area. Però io, amministrazione, cioè regia pubblica, dico al costruttore che deve vendere a 1800 euro al metro: ti faccio costruire di più ma ti fisso il prezzo. Oppure, è la soluzione in cui crediamo di più, possono entrare in gioco le fondazioni bancarie e i fondi, c’è un dialogo aperto con Guzzetti (Fondazione Cariplo, ndr). Loro comprano e affittano, abbiamo fatto i calcoli, avrebbero un ritorno del 3-6%; con un mix di affitto libero e affitto convenzionato si potrebbe arrivare all’8% e allora ci starebbe anche Pirelli».

Ma i costruttori sono abituati a ben altri guadagni.
«I costruttori finora hanno navigato nell’oro, con ritorni di capitale altissimi, senza rischi. Era il Bengodi. Questo tempo è passato, oggi chi vuole fare il costruttore deve essere disposto a ritorni più bassi e rischi più alti. Vado oltre. Per i costruttori è quasi un dovere civile investire sul territorio. Se no si blocca tutto e muoiono anche loro. Sto parlando di un cambio culturale. Questa è la partita che l’amministrazione deve giocare. Non solo, se chi ha soldi non investe arrivano i fondi sovrani, che già si stanno muovendo».

Parliamo di Expo, mettiamo che i costruttori siano disposti a investire. Il loro presidente, De Albertis, è preoccupatissimo per i tempi della burocrazia, dice che se non si parte subito siamo fuori tempo massimo.
«Stiamo facendo la rivoluzione del sistema e il 2009 sarà un anno decisivo; adotteremo il nuovo piano di regolamento del territorio con grandissima attenzione al tema del risparmio energetico e al tema della qualità degli interventi per la bellezza di Milano. I programmi sono tanti, dagli scali ferroviari alla sistemazione delle vie Sammartini e Ferrante Aporti, da Cascina Merlata a San Siro, le ho già parlato della città agricola, della “nostra” Défense. E poi... Un’opera monumentale, il tunnel Linate-Malpensa».

E i tempi quali sono?
«Il nostro obiettivo è chiudere tutti gli accordi di programma entro il 31 settembre 2010, e subito dopo aprire i cantieri che dovranno durare 4 anni. E andrà rivisto il meccanismo dei ricorsi. L’Expo ci lascerà una Milano con la qualità della vita migliorata; una città produttiva, una città in cui le eccellenze possano trovare lo spazio per esprimersi, questa è la grande sfida cui l’Expo fa da volano; è questa la vera sfida». Almeno si comincia a ragionare alla grande.


Da il Giornale

lunedì 10 novembre 2008

Milano - Visioni

Milano - torre Pelli






Grazie alle foto di Tonybild e Stefano Gusmeroli©

Ecco lo stato abbastanza avanzato del cantiere di Porta Nuova Torre Pelli. Anche se da queste foto si nota poco, le pareti del tunnel sono quasi completate, hanno anche iniziato la soletta che lo ricopre.
Sempre dalle foto si vede benissimo che stanno iniziando a vedersi i primi pilastri della torre.
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