Le Tre Torri
Letizia Moratti, Sindaco di Milano
Dal Corriere della Sera
Il sindaco ha ribadito che il progetto CityLife deve andare avanti
La Moratti dà via libera ai grattacieli «storti»
Sgarbi: Berlusconi resta contrario. Majorino (Pd): sui grattacieli il centrodestra ha dato vita a uno spettacolo indecente
MILANO - Il grattacielo «sbilenco» di Libeskind? Si farà. Il sindaco Letizia Moratti ha dato via libera al progetto CityLife in Fiera. L'assessore all'Urbanistica, Carlo Masseroli porterà in giunta la variante il 9 maggio (o al massimo il 16) e due giorni dopo la società che sta realizzando l'intervento procederà alla demolizione del padiglione 20. Quindi, semaforo verde. Il sindaco, due settimane fa, subito dopo le elezioni politiche, in una riunione ristretta, si è limitata a una battuta laconica: «Su CityLife andiamo avanti». E c'è da capirla. La questione è delicatissima.
La posizione assunta dal premier in pectore Silvio Berlusconi è durissima. Ed è stata reiterata pochi giorni fa all'assessore alla Cultura, Vittorio Sgarbi: «Quella di Berlusconi non è una boutade - attacca il critico d'arte - Mi ha detto e ribadito che fino a che lui sarà vivo, quei grattacieli sbiruli non si faranno. Me lo ha confermato anche Gianni Letta ». Grande prudenza. Ma anche la necessità di sfidare le ire del Cavaliere. Il progetto, frutto di un concorso, è in una fase troppo avanzata per poter apportare delle modifiche strutturali. Innescare una reazione a catena potrebbe avere degli effetti imprevedibili. Possibili ricorsi, blocchi dei lavori, ripercussioni sulla Fiera che con i soldi di CityLife ha costruito i nuovi padiglioni di Pero-Rho.
E soprattutto, l'Expo alle porte: arrivare al 2015 con la vecchia Fiera in disarmo non sarebbe un bel biglietto da visita. Da qui la decisione di procedere con la variante che prende atto della realizzazione della fermata della metropolitana, lo spostamento e l'interramento delle aree commerciali, il conseguente allargamento del parco (circa 10mila metri quadrati in più), lo spostamento di alcuni edifici residenziali all'interno del perimetro (per venire incontro alle richieste dei residenti che criticavano la realizzazione di case troppo alte sui confini dell'ex recinto fieristico) e il ridisegno delle vie pedonali in connessione con le strade esistenti. Dopo l'approvazione bisognerà aspettare tre mesi per le osservazioni. A quel punto la giunta approverà il progetto in maniera definitiva.
Resta l'avvertimento di Sgarbi. «La città non può essere decisa da tre architetti. È quello che ripete Berlusconi. Non può accettare che Milano abbia architetture del genere. E se fosse provato che il progetto di Libeskind è un progetto già presentato altrove e bocciato sarebbe la riprova che non sono stati concepiti per Milano, ma sono caduti sulla città. Sarebbe gravissimo ». Insomma, situazione delicata. Complicata ancor di più dalla posizione dei comitati dei residenti
«La vera e unica "macchia indelebile" del progetto CityLife - attacca il verde Enrico Fedrighini non è la forma delle torri né lo sviluppo in verticale della città: la vera macchia è stata una scelta urbanistica compiuta dall'attore privato con l'unico obiettivo (legittimo) della massima rendita, e che ha visto invece l'attore pubblico, il Comune, nel ruolo di osservatore defilato e marginale al momento della scelta progettuale. Questo è il modello da non seguire in vista di Expo». «Sui grattacieli il centrodestra ha dato vita a uno spettacolo indecente - attacca Pierfrancesco Majorino, Pd - Mi mi auguro che le battute di Berlusconi non siano fatte apposta per intimidire qualche privato. Il progetto in sé può essere utile, ma il centrodestra ha gestito il progetto CityLife come il giardino di casa sua, senza nessun tipo di confronto pubblico».
Maurizio Giannattasio
30 aprile 2008
Scusate se parlo sempre delle Tre Torri, ma è il mio progetto preferito ed è alquanto il più tormentato di Milano.
11 commenti:
il problema principale è che queste osservazioni, valide o non valide che siano, andavano fatte qualche anno fa, non ora a lavori iniziati. e anche berlusconi dovrebbe abbassare la cresta visto che a suo tempo il concorso non fu una cosa così nascosta e poco conosciuta. che poi blocchi l'esecuzione dei lavori mi sembra assurdo e improbabile, con quale pretesto oltre al suo gusto estetico?
che dire, sono ridicoli come le loro sparate, chi parla di grattacieli "sbiruli" non dovrebbe neanche essere degno di venire considerato un interlocutore in questa faccenda, mi sembra chiaro che a fronte di argomentazioni cosi povere ci siano interessi sotterranei mascherati da puerili critiche
Concordo con entrambi, per giunta qualcuno (il comune?) dovrebbe sborsare una penale esorbitante a Citylife e agli architetti. Ma siamo fuori? Buttare al vento migliaia di euro per capricci del "premier" e di qualche altro illustre politico? Che vadano dove li manda Grillo....
Arka
il mio dubbio è che se alcuni impresari edili fossero stati maggiormente coinvolti, ora non starebbero criticando.
come dire: "e io non ci guadagno niente in questo mega affarone?"
però non so. è una pessima impressione, e spero vivamente di sbagliarmi
Sicuramente sparate politiche per accattivarsi gli elettori contrari... anche se oramai i giochi son fatti, come dice Aru, ma averci pensato prima?
No comment.
Brava Letizia, lei si che ha le palle.
"La città non può essere decisa da tre architetti. È quello che ripete Berlusconi.". Perchè, la città deve essere decisa SOLO da Berlusconi?
Senza parole.
Brava Leti, fatti valere.
Voglio CityLife costruito il prima possibile! :)
così come non capisce nulla di urbanistica chi si fa le pugnette guardando dei rendering, senza chiederi se quello che verrà costruito sarà più o meno utile, oltre che bello. 3 torri di uffici a cosa servono in milano? per far vedere che ci sono? per fare uno skyline diverso? per avere una metropolitana linea 5 a zigzag che comprenda la fermata? non so.. magari i cartelli "Affittasi Ufficio" che tappezzano tutta gli stabili non li vedete nei rendering.
Forse caro amico anonimo non sai che CITYLIFE è una società privata e quindi a certe condizioni può costruire quello che vuole. Comunque a prescindere da questo, visto che a Milano si continuano a costruire nuovi uffici, forse è perché c'è richiesta, non te lo sei posta questa domanda?
Non occupano vecchi edifici o vecchi grattacieli come il Galfa o le ex torri FS perché queste sono appunto vecchie e mancano di strutture capaci di soddisfare le esigenze odierne di una società (cablaggio e quant'altro)
Comunque quest'ultime sono in fase di ristrutturazione.
preso da dati ufficiali registro imprese. (oltre che dal buonsenso di chi sa per lavoro quanto sia difficile al momento collocare in affitto spazi commerciali uso ufficio)
http://www.mi.camcom.it/upload/file/1256/628408/FILENAME/comunicato-imprese-2007-3trim.pdf
poi mi spieghi dove si può cercare un trend "positivo" da qui al 2015.
calcolato anche che la maggior parte delle "nuove" imprese sono delle partite iva aperte da immigrati subentrati in attività che difficilmente possono cercar collocazione in grattacieli cablati, ma semmai sulle strade dei mercati rionali.
IL QUADRO GENERALE
Prima di passare all’analisi della demografia imprenditoriale milanese del terzo trimestre 2007
occorre richiamare una premessa di tipo metodologico sulle grandezze oggetto dell’analisi che
poggia su un processo in atto nel sistema camerale italiano. Con il D.p.r. 247 del 23/07/2004 e
successiva circolare n° 3585/C del Ministero delle Attività Produttive, il legislatore ha fornito alle
Camere di Commercio uno strumento di semplificazione più efficace per migliorare la qualità nel
regime della pubblicità delle imprese, definendo i criteri e le procedure necessarie per giungere alla
cancellazione d'ufficio di quelle imprese non più operative e, tuttavia, ancora figurativamente
iscritte al Registro delle Imprese.
Dal punto di vista dell’analisi della nati-mortalità delle imprese, l'allargamento delle possibilità per
le singole Camere di Commercio di ricorrere alle procedure di cancellazione d'ufficio, comporta per
ogni periodo una riduzione dello stock non derivante dall'andamento propriamente economico della
congiuntura demografica, ma piuttosto dalle decisioni di intervenire amministrativamente per
regolarizzare la posizione di imprese non più operative.
Il netto decremento delle imprese registrate alla fine del trimestre del terzo trimestre 2007 (433.878
imprese contro le 441.829 del terzo trimestre 2006) registra quindi per la provincia di Milano1 il
consolidamento di questa procedura non ancora completamente conclusa.
Complessivamente, la performance mostrata dall’universo imprenditoriale milanese si mantiene
ancora su valori positivi, l’alto numero delle iscrizioni (6.033 imprese) evidenzia un’altra
propensione a “fare impresa”, tuttavia il record delle cessazioni (5.809 imprese) registra in ambito
imprenditoriale gli effetti negativi indotti dalla difficile situazione economica nazionale.
In dettaglio, possiamo osservare che il flusso delle iscrizioni e delle cessazioni di impresa evidenzia,
rispetto al terzo trimestre dell’anno scorso, un deciso aumento soprattutto della prima grandezza
(+2.044 in valore assoluto, +54,3% in termini di variazione percentuale), mentre le iscrizioni
registrano un incremento più contenuto sia in valore assoluto (+771) che in termini relativi
(+14,7%).
Ma chi sei anonimo? Viva l'ottimismo!
Ramma
sono la recessione.
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