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Non so quanti lo conoscono... io sono impazzito nello scoprire che esiste!
Petruzzelli, 17 anni fa il terribile incendio
"Senza nessun diverso avviso da parte del ministero, andiamo avanti e l'inaugurazione la faremo il 6 dicembre"
"Abbiamo ricevuto la data del 6 dicembre dal ministero dei Beni culturali e dal commissario che sta procedendo alla ricostruzione. Questa data ci viene confermata dal direttore dei lavori, per cui nessuno l'ha mai cambiata, né hanno comunicato una data diversa".
Lo ha detto il sindaco di Bari, Michele Emiliano, parlando con i giornalisti nel foyer del Teatro Petruzzelli di Bari, in corso di ristrutturazione, rispondendo ad una domanda sulla data di riapertura del Politeama, distrutto da un incendio esattamente 17 anni fa, nella notte tra il 26 e il 27 ottobre del 1991. Alla cerimonia di commemorazione erano presenti il presidente della Provincia, Vincenzo Divella, l'assessore regionale Marco Barbieri e il sovrintendente della Fondazione 'Petruzzelli e teatri di Bari' Giandomenico Vaccari.
"Siamo arrivati a pochissimi giorni - ha aggiunto il primo cittadino- dallo scadere del termine prefissato, come il 'countdown' consente di verificare. Per cui, noi senza nessun diverso avviso da parte del ministero, andiamo avanti e l'inaugurazione la faremo il 6 dicembre". Al termine della cerimonia il soprano Maria Grazia Pani si è esibita nel foyer in un'aria della Tosca. "Il soprano - ha detto il sindaco - ha provato a cantare nel teatro e ha detto che l'acustica è perfetta". All'interno, intanto, sono ripresi febbrili i lavori di recupero.
"Il clima e le posizioni di contrapposizione" che si sono create attorno alla riapertura del teatro Petruzzelli "ci devono far riflettere. Questo non vuole dire ritardare ma vuol dire invece avere un'occasione per verificare se tutte le condizioni siano effettivamente garantite per poter riaprire il teatro". Lo ha detto il ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto, a proposito delle polemiche in corso sulla data di riapertura del teatro fissata per il 6 dicembre prossimo e messa in discussione dai proprietari.
Fitto ne ha parlato oggi a Bari dove partecipa all'assemblea regionale di Forza Italia che si svolge in contemporanea alla celebrazione per il 17mo anniversario dell'incendio che distrusse gli interni del teatro. "Il ministro Bondi - ha proseguito Fitto rispondendo ai giornalisti - ha convocato la famiglia Messeni Nemagna proprietaria del teatro e mi sembra che ci sia da prendere atto delle difficoltà che stanno emergendo e della volonta' di aprire il teatro. Questo penso che sia - ha concluso - un elemento dal quale nessuno di noi vuole prescindere".
(27 ottobre 2008)
27/10/2008
News
Ora la nuova Bocconi è World Building of the Year
Dopo il titolo nella sezione “Formazione” la nuova sede sbaraglia anche i vincitori delle altre 16 categorie al World Architecture Festival di Barcellona
Il mondo dell’architettura aveva già espresso giudizi lusinghieri sul nuovo edificio della Bocconi di via Roentgen, progettato da Yvonne Farrell e Shelley McNamara dello studio Grafton Architects di Dublino, ma quello della scorsa settimana al World Architecture Festival di Barcellona è stato un vero trionfo. Dopo il titolo di miglior edificio dell’anno nella sezione “Formazione”, la nuova sede universitaria ha sbaragliato anche i vincitori delle altre 16 categorie, aggiudicandosi all’unanimità il titolo di World Building of the Year.
Il World Architecture Festival, organizzato nel capoluogo catalano dalla britannica Architectural Review ruotava intorno al concorso riservato a edifici completati negli ultimi 18 mesi, al quale hanno partecipato 722 progetti da 63 paesi. Alla fase finale di Barcellona sono arrivati 224 progetti da 43 paesi, tra i quali sono stati scelti, in un primo tempo, i vincitori delle 17 categorie e, venerdì 24 ottobre, l’edificio dell’anno, secondo il giudizio di una supergiuria presieduta da Robert Stern, preside della Yale School of Architecture. Presidente della giuria sarebbe dovuto essere Lord Norman Foster, ma un suo progetto era tra i 17 finalisti.
Secondo la testimonianza di Catherine Slessor, uno dei giurati della categoria “Formazione” che ha potuto assistere ai lavori della supergiuria che ha assegnato il premio assoluto, i giurati si sono subito orientati verso la nuova Bocconi, che avrebbe il pregio architettonico “di affrontare temi complessi con grande immaginazione”, per usare le parole di Stern.
Cecil Balmond, altro membro della giuria, ha dichiarato di apprezzare la soluzione strutturale, “leggera e senza istrionismi gratuiti”, degli uffici sospesi, mentre Suha Ozkan ha ammirato il modo in cui il nuovo edificio “porta la città nel campus, unendo la vita di Milano e quella dell’università”. Alludendo alle megastrutture di sapore modernista dell’edificio, Stern ha dichiarato che “è uno di quei grandi edifici che ti fanno rivedere un momento del passato in un modo totalmente nuovo”. Il direttore del Festival, Paul Finch, ha definito l’opera “un progetto totalmente tridimensionale” e ha elogiato la sua relazione con la città. Più leggero il commento di uno degli altri membri della giuria, Ricky Burdett: “L’edificio afferra il duro, arcigno Dna di Milano e gli alza le gonne”.
La supergiuria finale, presieduta da Robert Stern, Yale School of Architecture, era formata da Cecil Balmond, Ove Arup Partners; Ricky Burdett, London School of Economics; Charles Jencks, critico; Suha Ozkan, XXI Architectural Culture Centre, Ankara.
Fabio Todesco
MILANO — Ci sono voluti duecentocinque giorni, una marea di polemiche, un decreto stracciato alle spalle, un richiamo ufficiale da parte del Bureau International des Exposition, ma alla fine l'Expo 2015 parte. L'altra sera il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, prima di partire per la Cina, ha apposto la sua firma in calce al decreto che disegna la governance di Expo. «Sono felice per la fine della lunga attesa»» è stato il commento a caldo del sindaco di Milano, Letizia Moratti. Meno di sette anni per arrivare pronti al mega-appuntamento del 2015. Investimenti per 14 e rotti miliardi di euro. Un volano economico di 40 miliardi, 29 milioni di visitatori. È chiaro che di fronte a uno scenario del genere la lotta sulla governance della società che gestirà l'evento è stata feroce.
Alla fine, il decreto preparato da Roberto Calderoli, approvato da Giulio Tremonti, limato da Gianni Letta e firmato da Silvio Berlusconi, ha accontentato tutti. Non ci sarà un amministratore unico come voleva all'inizio la Moratti ma un cda a 5. Tre posti, rispettivamente per il Comune, la Regione Lombardia e la Provincia di Milano, gli altri due destinati al ministero dell'Economia. Che determinerà le quote societarie. Al Tesoro la maggioranza relativa con il 40-50 per cento. Segue il Comune con il 20. Regione, Provincia e Camera di commercio con il 10. Anche se ieri c'è stato l'ennesimo battibecco tra Provincia e Comune sulla ripartizione dei fondi.
La Moratti sarà commissario. Roberto Formigoni presiederà il tavolo per le infrastrutture. Sparisce il Comitato di indirizzo e di programmazione stracolmo di ministri e nasce la Commissione di coordinamento, sempre ampia ma più flessibile. Il puzzle dei nomi è stato particolarmente complicato, con una guerra preventiva da parte di Roma nei confronti del braccio destro della Moratti, Paolo Glisenti. Adesso si parla di una rosa. Il totonomine dà Glisenti ad. Per il Tesoro circolano due nomi: Diana Bracco, numero uno di Assolombarda alla presidenza e Angelo Provasoli, rettore uscente della Bocconi. La rosa si complica e si allarga se si deve trovare un posto anche alla Lega e ad An: Leonardo Carioni, Benito Benedini e Marco Spadacini.
Per la Regione un binomio: o Alberto Sciumè vicepresidente del Consiglio di sorveglianza di A2A, o Paolo Alli, direttore del Pirellone. Per la Provincia ancora nessun nome. Ma per un giorno le polemiche sono messe da parte. «Finalmente si parte! — attacca il ministro Calderoli —. La firma significa un altro passo concreto verso la realizzazione di questo evento». «Sono soddisfatto — attacca il governatore Formigoni —. Noi, d'altra parte, in Lombardia da tempo stiamo lavorando con grande concretezza e piena sintonia. Ora il decreto ci permetterà di far funzionare la macchina operativa a pieno regime ». Anche Filippo Penati, presidente democratico della Provincia di Milano, in passato molto duro, è più conciliante: «Finalmente la vicenda si è conclusa. Ora siamo rientrati nella normalità e si è conclusa una vicenda di incertezza».
Maurizio Giannattasio
24 ottobre 2008