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So che pare un po' da meglomane ribadire nuovamente che sono comparsi dei miei lavori sulle riviste, ma oggi mi son beccato la copertina di SPECCHIO
All'interno ci sono ben tre miei renders...
MILANO - Il palazzo di 14 piani che la Im.Co. (Immobiliare Costruzioni) del gruppo Ligresti sta costruendo nel quartiere Isola, tra via De Castilla e via Confalonieri, è stato posto sotto sequestro preventivo. Cinque persone - il direttore dei lavori, il progettista, il responsabile della società costruttrice e due dipendenti della Im.Co. - hanno ricevuto avvisi di garanzia per aver realizzato l'immobile «in assenza di valido titolo, attesa l'illegittimità sia del permesso a costruire del 2006, sia della successiva variante del 2007». I provvedimenti sono stati emessi dal Gip Anna Maria Zamagni, nell’ambito di un’indagine coordinata dai Sostituti Procuratori della Repubblica di Milano Paola Pirotta e Frank Di Maio e svolta oggi dalla Polizia Giudiziaria, dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, dal Nicaf e dal Corpo forestale dello Stato.
The Haringpakkerstoren started life as part of the medieval city wall. The wall was built on the orders of Maximiliaan of Austria, who was honoured in 1478 in Amsterdam as a lord. During his visit, the later emperor inspected the defences and found them totally unsatisfactory as a city boundary against the constantly hostile Utrecht. He then ordered that the existing earth banks be replaced with a wall. This work was started in May 1481 and completed in 1494.
Part of the wall included two towers on the IJ, to protect the harbour - the Schreyhoeckstoren on the east side and the Heilige Kruistoren (or Kruistoren, later, the Haringspakkertoren), on the other side of the harbour front. The name of the latter tower probably originated from the Kruisgilde (Cross Guild) that met here in the 16th century. Little is known about the guild, except that they held religious services in the Nieuwezijdskapel (Nieuwezijds Chapel) - also called Heilige Stede - where there was an altar. According to a rule from 1512, these towers were also used as a waiting place for the civic guard.
After the Alteration in 1578 - when Amsterdam took the side of Willem van Oranje (William of Orange) - the city wall lost its strategic value when an earth bank was erected around the city. However, the wall still stood for a quarter of a century, probably due to the fact that the arches on the inner side were still being used for storage and housing. Between 1601-1603, the old wall was knocked down, but different towers (including the Heilige Kruistoren), remained standing. This was because, as well as an observation post, they had also been used for years as a guard house, office, gunpowder house, prison, or as accommodation for the town's civil servants. Because of the extension of the city, the towers also served as an important landmark within the inhabited area. They then also got a spire with a timepiece, to please the neighbours.
The tower in 1766 by Reinier Vinekeles
The Heilige Kruistoren also got a new spire. This probably happened in 1601. But a number of years later, in 1605, for reasons unknown, the Vroedschap (City Fathers) decided to put a new spire there, at the request of the neighbours. This, a design by city architect Hendrick de Keyser, was ready in 1607. At the request of members of the Archery Guild, the first spire was placed on the turret/little tower of the Handboogdoelen on the Singel, by the Koningsplein.
The name Heilige Kruistoren was replaced at the beginning of the 17th century to the more suitable 'Haringspakkerstoren', because of the company that operated on the IJ between the Martelaarsgracht and the Singel. In 1643, this name was made official, when the herring inspectors set up an office here. To indicate its new function, a gilded herring weather vane was added to the tower. Three guilds also had their headquarters in the tower, namely the tinnegieters (tinn poorer), hat makers and basket makers. Nextdoor, was the Guild's building.
In 1807, scaled drawings were made by city architect Abraham van der Hart for a report he was writing about the subsidence of the Haringspakkerstoren. Van der Hart (1747-1820) was one of the directors of the Stadsfabriekambt (City Factory Office), predecessor of the Dienst Publieke Werken (Public Works Service). He held this function from 1777 until his death. As director of the first department - that of the architectura civilis or city architect - Van der Hart was responsible, amongst other things, for the city's buildings.
Because of the subsidence, Hendrick de Keyser's spire was replaced in 1813 by a lighter, wooden one, after Van der Hart's design. The new 'cap' took the form of a crown, as the herring sellers in the city continued to hang out their wares. Then, along with the construction of the Wester- and Oosterdoksdijk, the quays along the Open Havenfront (Open Harbour Front) were raised and the Haringspakkerstoren had to be demolished. This happened in 1829. People found the costs of adapting the dilapidated towers to the new dikes too high.
Questa è proprio una novità assoluta! Chiude il Rolling Stone di Corso XXII Marzo 32.
Molti ne saranno dispiaciuti, perché è un locale storico, frequentato da migliaia di giovani e non; invece immaginiamo che i residenti delle case limitrofe saranno contenti, visti i problemi di viabilità, di rumorosità e di mancanza di pace notturna che la presenza del locale provocava. Fateci avere i vostri commenti in proposito.
Ricordiamo che la sala era nata come teatro nel 1940 e completata nel 1944; il condominio sovrastante era stato costruito negli anni ’60. Prima di diventare discoteca la grande sala era stata anche un cinema.
Il progetto di ristrutturazione edilizia è stato presentato lo scorso dicembre in Consiglio di zona e prevede la demolizione della Sala, una cui porzione è inserita nel fabbricato/condominio che rimane, e la cui parte principale occupa il cortile interno.
Su strada verranno ricostruiti 2 piani uso ufficio inseriti nel condominio, mentre il piano terra verrà svuotato e rimarrà come atrio aperto di accesso al fabbricato interno, delimitato da una cancellata in ferro su strada.
Nel cortile sorgerà il nuovo fabbricato, formato da due corpi sovrapposti e con diverso orientamento, il più alto dei quali raggiunge i 12 piani fuori terra più un sottotetto; sotto terra invece saranno costruiti 3 piani di box pertinenziali. S.A.
13/01/2009 – La Città dello Sport di Tor Vergata progettata dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava non sarà pronta per i mondiali di nuoto del 2009. Avviati a marzo 2007, i lavori di costruzione per il maxi impianto sportivo sono fuori tempo massimo. A confermarlo è un decreto firmato dal Presidente del Consiglio Berlusconi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 2 gennaio 2009.
L’unica struttura che potrebbe essere ultimata entro giugno 2009 – si legge nel decreto – è la piscina olimpica esterna, con tribune coperte, che potrebbe ospitare anche eventi agonistici.
A rendere necessaria tale decisione, la mancanza di fondi per un intervento che ha visto tra l’altro triplicare i costi previsti inizialmente, ed il notevole ritardo accumulato sul fronte lavori.
I 200 milioni stanziati dalla precdente amministrazione non sono stati sufficienti. Ne servono altrettanti e i tempi si allungano.
La soluzione è illustrata all’interno dello stesso documento: “detto evento potrà comunque svolgersi negli impianti sportivi localizzati nella città di Roma, con particolare riferimento al complesso del Foro Italico, nonché in alcuni comuni della regione Lazio”. Dal momento che il nuovo impianto non sarà pronto, sarà dunque il Foro Italico ad ospitare i mondiali di nuoto 2009.
Ispirato al Circo Massimo dell’antica Roma, il progetto di Calatrava per l’area di Tor Vergata presenta un lungo viale incorniciato da due file di cipressi. La Città dello Sport sorge lungo una delle due estremità del viale, lungo il doppio rispetto all’antico circo romano. Sul lato opposto è prevista la realizzazione della nuova sede del rettorato dell’Università di Tor Vergata.
Il progetto del complesso sportivo si compone di due identici “ventagli” in cemento, acciaio e metallo destinati ad accogliere rispettivamente il Palasport con tribune per 15mila spettatori ed il Palanuoto con posti per 4mila persone. Si tratta di due volumi che, pur comunicanti tra loro, resteranno indipendenti in modo da poter anche ospitare eventi diversi in programma nello stesso periodo.
All’interno del complesso troveranno spazio anche palestre, laboratori, aule per la formazione, un centro fitness ed un centro di riabilitazione, nonché uffici e negozi.
All’esterno è prevista un’ampia piscina all’aperto, l’unica struttura che sarà probabilmente pronta a giugno.
Sul versante opposto dell’asse principale che disegna la nuova Città dello sport sorgerà la torre destinata a diventare la nuova sede del rettorato universitario di Tor Vergata.
Il profilo verticale del futuro grattacielo universitario – una torre che sembra avvolgersi su se stessa come una vite snodata verso lo skyline - è accentuato da una serie di colonne metalliche che costituiscono la struttura dell’edificio conferendo al tempo stesso identità al progetto architettonico.
All’interno troveranno spazio 7mila metri quadrati circa di uffici distribuiti lungo i diversi livelli della struttura, eccetto penultimo ed ultimo piano che accoglieranno rispettivamente gli uffici del Rettore ed un’ampia hall che offrirà una panoramica vista sulla città.
Alla base della torre un portico darà accesso ad un’area multi-servizi con un ampio atrio che accoglierà la reception area, una caffetteria ed uno spazio espositivo.
Il livello sottostante la torre ospiterà un parcheggio insieme ad ulteriori aree di servizio.
L’intera porzione sotterranea sarà ricoperta da due piscine simmetriche nelle quali si rifletterà l’immagine della torre.
Un ampio parco urbano, che collegherà l’università con il complesso sportivo, sarà sede di incontri ed eventi sociali e culturali. Ulteriori strutture previste nel masterplan ospiteranno 1500 alloggi per studenti e nuove strutture universitarie.
Graffiti, slogan e scritte ingiuriose
imbrattata la chiesa di Sant'Eligio
Sporcata con bombolette spray la facciata esterna dell´antico complesso monumentale
di Giovanni Chianelli
Imbrattata la storica chiesa di Sant´Eligio in Piazza Mercato. Decine di scritte sono apparse sulla facciata dell´edificio, tra i più antichi di Napoli. Oltre ai muri di tufo, che risalgono al 1270, sono stati sporcati un cancello di ferro e l´Educandato adiacente la chiesa. «Il tutto - denuncia l´assessore alla Vivibilità della II Municipalità Gianfranco Wurzburger - a pochi metri da una pattuglia mista composta da agenti e soldati». In serata hanno protestato anche i residenti: «Non ne possiamo più. Il vandalismo sta distruggendo le ultime bellezze di questa zona. Ora basta».
La ricostruzione di questo nuovo episodio di degrado. Sono le 21 del 2 gennaio. Una trentina di ragazzi, armati di bombolette spray, ricoprono di scritte la parte della chiesa che dà su Piazza Mercato. Disegni osceni incrociati a dichiarazioni d´amore, slogan di tifosi come «forza Lavezzi» e qualche parolaccia. Uno scarabocchio di vari colori e diversi metri. Gli autori sono giovanissimi, sostiene Wurzburger: «Sui 12-14 anni, ma in grado di fare più danni delle cavallette. Peraltro volti noti, figli di lavoratori. Ragazzi a posto ma con il vizio del teppismo». La vicina pattuglia di polizia non è riuscita a intervenire, così come il posto di blocco dell´esercito. «Ho cercato di chiamare la polizia municipale ma era troppo tardi. I graffitari si erano già dileguati».
L´episodio è solo l´ultimo di una lunga serie: «L´escalation è iniziata dall´estate scorsa. Tutte le sere gruppetti di adolescenti si riuniscono sotto la chiesa. Tra una birra e una sigaretta si divertono a ricoprire questo tesoro architettonico di dediche alla fidanzata o di prese in giro agli amici. Non solo: distruggono piante e vasi, colpiscono con pallonate le vetrate antiche, ma questo è il minimo», racconta sempre Wurzburger.
Prima, a proteggere la chiesa, c´era un cancello di recinzione. Fino al 2002. Poi è stato rimosso in base ad un piano di riqualificazione urbana che voleva mettere in luce le fondamenta del complesso monumentale di Sant´Eligio: «Legittima la valorizzazione estetica, ma ci vorrebbe più riguardo alla sicurezza del bene storico. Stiamo cercando di riqualificare l´area del Mercato. Tra poco apre il Polo Orefici, ci sono due nuovi alberghi e questo borgo potrebbe essere di richiamo turistico», spiega amareggiato l´assessore della Municipalità.
Ora la struttura è in cattivo stato. I danni complessivi ammontano a circa diecimila euro: la delicatezza del tufo pretende un lavaggio con sabbia e acqua a cura di professionisti del restauro. «Perciò sono intenzionato a promuovere una raccolta di fondi a partire da martedì, approfittando del concerto dell´Epifania nel Complesso Monumentale alle 21», conclude Wurzburger.
(04 gennaio 2009)