Oggi hanno pubblicato l'intervista a Marco Montella, alias Genius-Loci e Alessandro Bombaci sul Corriere della Sera
Skyscrapercity e Urbanfile...
Non si vive di sola teoria, ma anche sporcandosi le scarpe nei cantieri, consapevoli di essere quelli che meglio di ogni altro possono capire quando un'idea è realizzabile. Perché hanno l'occhio dell'architetto e la testa di un ingegnere. Alessandro Bombaci ha 39 anni. È al terzo anno di università al Politecnico di Milano quando nel suo corso di laurea in Ingegneria si apre una finestra sul mondo che amava fin da piccolo. Quando la mamma lo portava in giro facendogli notare i dettagli architettonici di case e palazzi. Il corso di laurea in Ingegneria Edile — Architettura è un ibrido che ha conquistato tanti futuri ingegneri under 40.
Un'evoluzione dalla figura dell'architetto di interni a quello più tecnico e pratico. «Studiavo per costruire metropolitane: appena è stato possibile sono stato tra i primi a virare», racconta Bombaci. «Un riversamento di massa: tanti ci invidiavano perché era l'unico corso di Ingegneria con qualche ragazza, ma finimmo in mezzo alle critiche di entrambe le categorie professionali». Gli ingegneri tradizionalisti la videro come una svolta di carriera verso il basso, gli architetti non gradirono che qualcun altro andasse a rompere le uova nel loro paniere. Non a caso, per molti l'approccio lavorativo fu complicato. Il rischio di non essere né carne né pesce fu superato con le prime visite in cantiere. «Spiegavo gli schizzi degli architetti agli operai», spiega Bombaci.
«Un ruolo sempre più utile per raddrizzare il tiro alla prova dei fatti». Dal 2005 Bombaci è un «architetto di campo» in uno studio a Milano. «Non sarò mai visionario come Zaha Hadid, ma in tempi di crisi restare con i piedi nella terra dei cantieri aiuta molto». Come tutti i colleghi Bombaci ogni giorno rimane aggiornato sfogliando le riviste di architettura. Come solo quelli più giovani cerca i lavori più innovativi sulla Rete. A un anno dal crollo delle Torri Gemelle, un olandese di Rotterdam di nome Jan Klerks fondò uno dei forum più seguiti al mondo. Pochi sanno qualcosa di lui, se non che la sua creatura oggi corre da sola. SkyscraperCity è un immenso contenitore di parole e immagini, progetti compiuti o ipotesi su quel che sarà delle forme di domani.
Più di 500 mila iscritti, 47 mila post contenuti nelle varie sezioni di ogni Paese. Si parla di urbanistica, di architettura legata al territorio, eppure in alcuni paesi è tra i siti più cliccati ogni giorno. In Polonia e Brasile in particolare non teme confronti nemmeno con l'industria del porno gratuito sul Web. L'11 settembre del 2002 è partito per continuare a parlare di grattacieli dopo le Twin Towers. Oggi è un riferimento assoluto per la gente del settore. Marco Montella, 36 anni, è uno dei quattro moderatori della versione italiana di SkyscraperCity, che vanta migliaia di utenti ogni giorno. «È discutendo che nascono gli spunti migliori» racconta, lui che dirige l'orchestra facendo da filtro ai contributi meno ortodossi. «La credibilità di un forum dipende dalla cultura di chi lo frequenta, fin dall'inizio».
A differenza di un blog, qui sono tutti sullo stesso piano. Chiunque può mettere un'idea sul tavolo virtuale, per condividerla e magari correggerla. C'è l'architetto famoso nascosto dietro al velo di un nickname, come il cittadino qualunque che aprendo la finestra «posta» la sua visuale di un cantiere. Una comunità di appassionati che spesso esce dai confini della Rete per finire insieme a cena e parlare di progetti, come di vita comune. Montella, che nella vita fa il commercialista, continua a coltivare la sua passione per l'architettura così. Proprio con tre forumer conosciuti su SkyscraperCity, tre anni fa, ha formato Urbanfile, una sorta di Wikipedia dell'architettura.
Chi si iscrive carica materiale. «Al caos delle discussioni abbiamo deciso di affiancare schede più leggibili», spiega. Partito come realtà italiana, presto avrà le prime sezioni estere e domani ha organizzato in Galleria a Milano una tavola rotonda sul tema: «L'architettura è felicità, l'architettura vista dal Web». Settimana scorsa, probabilmente non a caso, ha tagliato il traguardo di due milioni di visite.
Stefano Landi
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