Un piccolo gioiellino milanese poco conosciuto.
Le vicende di trapasso di proprietà della villa furono diverse. Dagli Umiliati essa passò per oltre duecento anni in possesso dei Serhelloni, poi ai nobili Busca, infine al conte Gianfranco Suardi di Bergamo.
All'inizio del secolo la Mirabella, decaduta, non era più il tranquillo e remoto recesso campestre di famiglie patrizie; lo strepito del treno, che passava sulla vicina linea ferroviaria per Como aveva turbata anche la pace agreste.
Ma dinnanzi al dilagare della mania demolitrice di antiche memorie è confortevole segnalare l'opera compiuta dalla Società del quartiere Industriale Nord Italia, la quale seppe apprezzare il valore artistico della Mirabella proponendosi di ritornarla all'originario aspetto, secondo i piani da tempo predisposti dall'arch. Perrone, per incarico dell'antico proprietario conte Suardi. I lavori di restauro furono iniziati e continuati fin verso il 1916;a causa della guerra furono sospesi mentre erano sul finire.
I coniugi Giuseppe e Gina Mulatti nel 1917 acquistarono la villa ed i terreni adiacenti, versando 310 mila lire e con gesto munifico donarono la proprietà ai ciechi di guerra che qui trovarono la loro casa.
I restauri e gli adattamenti richiesti dal nuovo impiego di questa patrizia dimora sono opera squisita e sapiente del compianto architetto Ambrogio Annoni. Così l'edificio, malgrado le varie modifiche subite è riuscito a conservare l'originario aspetto. La casa si compone di due corpi di fabbrica disposti ad angolo retto. L'edificio quattrocentesco è quello a destra entrando, con finestre ogivali in cotto: sull'altro lato è un grazioso cortiletto con porticato e un sovrapposto loggiato, sostenuto da colonnine di legno a sezione ottagonale, sussidiate da pilastri in miniatura di recente costruzione. Il rivestimento grezzo è in mattoni a vista.
La scala ed il balcone di legno nella fronte principale non sono originali, come pure la fontana posta al centro del cortile che inalbera la biscia viscontea; è una riproduzione di quella ducale di Bellinzona.
Al fabbricato principale furono aggiunte più tardi rustiche costruzioni di uso monastico che confermerebbero la destinazione della casa alla quale abbiamo accennato. Accanto alla porticina a ponente, che da acesso ai rustici, è situato l'oratorio dedicato alla Mater Amabilis. L'architettura è di un gusto schiettamente lombardo, propria a quella del Ducato nella metà del Quattrocento. (Almanacco della Famiglia Meneghina 1966)
Grazie a Annamitica e Milanomia per info e foto.
Bella, sapevo dell'esistenza e ci ero già passata altre volte, ma non avevo mai visto la bellissima fontana.
RispondiEliminaPatty